venerdì 25 novembre 2016

David Bowie - 2°lp



https://www.youtube.com/watch?v=MnK7M4mR-Ts
 
Copertina del primo lp italiano dell’artista (in realtà il secondo dell’artista).
Nella carriera di David Bowie, Space Oddity può essere collocato a metà strada fra la psichedelia vaudeville dei suoi inizi e le suggestioni glam dei primi anni settanta. Il disco testimonia la maturazione musicale del cantante inglese che mostra una sensibilità folk rock unita ad un chiaro interesse per il nascente rock progressivo. Per la registrazione dell'album inizia tra l'altro a coinvolgere alcune figure chiave del prog rock britannico quali il compositore e arrangiatore Paul Buckmaster, il batterista dei Pentangle Terry Cox e Rick Wakeman, turnista all'epoca e futuro membro di Strawbs e Yes.
L'album è dominato dalla preoccupazione per l'andamento altalenante del suo idillio con il movimento hippy e dal fallimento della sua relazione con Hermione Farthingale, compagna, musa ispiratrice e collaboratrice che lo aveva abbandonato nel febbraio 1969 dopo aver completato la sua parte nel video Love You Till Tuesday.[3] I riferimenti autobiografici dei testi sono più evidenti rispetto al disco precedente e, mentre in futuro si rivolgeranno ad aree più profonde e oscure della psiche di Bowie, i brani contenuti in Space Oddity appaiono più come una sincera confessione.[4] Nonostante un'identità musicale ancora embrionale, tracce come Unwashed and Somewhat Slightly Dazed, Wild Eyed Boy from Freecloud e Cygnet Committee cominciano ad offrire la dimostrazione del suo talento di paroliere.
La copertina originale del 1969, raffigurante un primo piano frontale di David Bowie su sfondo blu, venne realizzata dal fotografo Brian Ward su ispirazione di un disegno di Victor Vasarely, fondatore della Op Art. Il retro è invece un disegno stile flower power realizzato da George Underwood, amico di David dai tempi della Technical High School di Bromley. Il disegno, molto simile a quello apparso l'anno precedente sulla copertina del primo disco dei T. Rex, trae spunto dai testi dell'album e vi si può osservare tra l'altro un ritratto femminile (probabilmente della ex compagna Hermione), astronauti, alieni e un'anziana donna che piange confortata da un Pierrot notevolmente simile al personaggio del video di Ashes to Ashes del 1980.
FONTE: WIKIPEDIA


mercoledì 5 ottobre 2016

Lucio Dalla - "1999"


https://www.youtube.com/watch?v=EN51lWunDyk
https://www.youtube.com/watch?v=o7PojOm3Yks
https://www.youtube.com/watch?v=hVM-1OBWAig













Primo lp di Lucio Dalla, dal titolo quanto meno avveniristico (è edito nel 1966). Uno dei dischi più importanti nella scena musicale del beat italiano, a cominciare dalla casa discografica.
Infatti, la casa discografica Arc (sottoetichetta della RCA Italiana) è già rappresentativa di per sé stessa: nata a febbraio 1964 per soddisfare le esigenze di un pubblico giovanile praticamente inesistente fino a soltanto quattro - cinque anni prima, diventerà nell'arco di poco più di anno una delle etichette del beat italiano per antonomasia: infatti nella “scuderia” degli artisti possiamo trovare mostri sacri come Lucio Dalla, Patty Pravo e i Rokes, tanto per citare quelli più conosciuti. In poco tempo le vendite aumentano considerevolmente e parallelamente cresce il numero degli artisti reclutati all'interno della casa discografica. Il 1966 e il 1967 sono gli anni dello splendore della Arc, per poi declinare negli anni successivi fino al 1970 quando in RCA si deciderà di chiuderla, ma questa è un'altra storia.
Le canzoni contenute nel disco sono attuali ancora oggi, a cominciare dalla avveniristica “LSD”, da lì si capisce che Lucio Dalla non era un artista qualsiasi.
Dopo il suo esordio nei Flippers come clarinettista nei Flippers (la sua prima immagine su disco compare nel microsolco a 33 giri “I nuovi mostri” del 1964 (PML 10369), pubblica 4 45gg, e di queste 8 canzoni 4 ricompariranno in questo primo lp (a onor del vero, la “Lei” di questo “padellone” differisce dalla “Lei” del suo primo 45gg all’ascolto: nell’lp gli strumenti mostrano una maggiore incisività rispetto a quelli del 45gg.
Nonostante già in questo primo lavoro si possa intuire il notevole talento del nostro Lucio, le vendite purtroppo risultano scarse e oggi reperire un originale significa assicurarsi un buon investimento; verrà ristampato per la prima volta solo nel 1989 su cd.
Tra le canzoni nuove, degna di considerazione è “Pafff…bum!”, uno dei pochissimi casi di controcover, realizzata dai prestigiosi Yardbirds; concorreranno assieme a Sanremo 1966.
La copertina viene realizzata dalla soc.tipolitografica Abete.

Rolling Stones - "Il disco poker"














Trattasi di supporto piuttosto raro per l’Italia, contrariamente ad altri Paesi europei, trattasi infatti di E.p. (extended play).
Le quattro canzoni qui presenti sono estrapolate dal primo lp Decca lk 4605 del 1964, lo stesso anno in cui viene edito questo ep.
Il graffiante album d'esordio, Rolling Stones (1964), è in realtà la rielaborazione di alcuni grandi classici del rhythm and blues e del rock 'n' roll, tra cui "I'm A King Bee" (Slim Harpo), "Carol" (Berry), "Route 66", "I Just Want To Make Love To You" (Dixon), ma presenta anche il primo brano firmato Jagger & Richard: "Tell Me".
Questo ep esce solo per il mercato italiano e, fatto non inusuale per l’epoca, viene stampato in otto colori diversi; verrà ristampato dopo parecchi anni con una copertina differente.

lunedì 12 settembre 2016

Beatles "No reply / Baby's in black"




https://www.youtube.com/watch?v=GBc38LBfWuI
https://www.youtube.com/watch?v=PdtPp5fkQWE












E' il 10 dicembre del 1964 quando in Italia viene edita dalla Parlophon italiana questa copertina, oggi rarissima, delle due canzoni “No reply” / “Baby's in black”, già inserite in precedenza nell'lp “I favolosi Beatles”, ovviamente sempre una stampa italiana, che ha una copertina molto simile, però a colori. Vengono ritratti a Russell Square (Londra). Tuttavia, probabilmente per conferire un'immagine più attuale del gruppo, dopo breve questa copertina viene ritirata e sostituita con un'altra a colori, diversa da quella precedente, uguale a quella dell'lp “Beatles for sale”, pubblicato a gennaio del 1965.

Pink Floyd - "See Emily play"



https://www.youtube.com/watch?v=nPf56QaRXhg



















Primo 45 giri italiano dei Pink Floyd, anche se in realtà è preceduto da un altro singolo inedito in Italia: “Arnold Layne / Candy and a current bun”. Per la prima volta viene avvistato in un negozio di dischi nel settembre 1967 accanto ad altri 45 giri ben più famosi. Questa prima prova “nostrana” passerà pressoché inosservata e il disco rimase praticamente invenduto. Nella formazione compare ancora Syd Barrett, che da lì a pressappoco un anno lascerà il gruppo. Da considerarsi uno dei dischi più rari in assoluto nel panorama Pink Floyd.
FONTE: THE LUNATICS - “Pink Floyd – storie e segreti” – GIUNTI EDITORE – 2012.

martedì 6 settembre 2016

Planets - "The Planets"

https://www.youtube.com/watch?v=nZqK8IEEqLg
https://www.youtube.com/watch?v=kCP-R0zmZtw
https://www.youtube.com/watch?v=WSXJyf1Dtj4













Uno degli lp più belli, rari e rappresentativi del panorama beat italiano.

Tanto per iniziare, la casa discografica Arc (sottoetichetta della RCA Italiana) è già rappresentativa di per sé stessa: nata a febbraio 1964 per soddisfare le esigenze di un pubblico giovanile praticamente inesistente fino a soltanto quattro - cinque anni prima, diventerà nell'arco di poco più di anno una delle etichette del beat italiano per antonomasia: infatti nella “scuderia” degli artisti possiamo trovare mostri sacri come Lucio Dalla, Patty Pravo e i Rokes, tanto per citare quelli più conosciuti. In poco tempo le vendite aumentano considerevolmente e parallelamente cresce il numero degli artisti reclutati all'interno della casa discografica. Il 1966 e il 1967 sono gli anni dello splendore della Arc, per poi declinare negli anni successivi fino al 1970 quando in RCA si deciderà di chiuderla, ma questa è un'altra storia.

E' appunto in questo contesto che vede la luce questo stupendo lp.

Il gruppo “Planets”, di cui il chitarrista Silvano Chimenti è il leader, nasce in Puglia nel 1964. Dopo numerose esibizioni nei locali sparsi nella regione decidono di tentare la fortuna a Roma. Nel 1965 si esibiscono, tra l'altro, anche al Piper Club di Roma, locale di avanguardia musicale, che apre i battenti il 17 febbraio di quell'anno. Proprio in questo locale vengono notati dal proprietario, l'avvocato Crocetta, e da lì parte la scalata verso il successo, che però è effimero, nonostante ci siano tutti i presupposti per affermare il contrario.

Contariamente al solito, esordiscono appunto con questo lp, invece che con un 45 giri, dove si possono annoverare delle validissime cover come ad esempio “Sono una roccia” di “I am rock” di Simon and Garfunkel, oltre che stupendi brani creati da loro stessi. Il gruppo ascende all'lp nonostante siano avvenute defezioni e sostituzioni all'interno del gruppo. Dopo un altro 45 giri il gruppo si scioglierà, anche perché il leader Silvano Chimenti, sempre più richiesto come chitarrista,  sceglierà altre strade.

Riguardo alla copertina, infine, viene stampata dallo stabilimento tipolitografico U.Pinto di Roma, dove è stata stampata gran parte della produzione RCA Italiana e non solo.

Pink Floyd - "Piper at the gates of dawn"

                                                   https://www.youtube.com/watch?v=TVy_nwpCpmA&index=10&list=PLYjaa9h0s4Aa6mQ1zM2i4PPj8l4FXeG5i         

Stampa italiana del primo lp del gruppo, “Piper at the gates of dawn”, che in Inghilterra esce nel 1967. La stampa qui presente è invece del 22 aprile 1971, e non è la prima a giungere nei nostri confini: prima di “Piper…” erano già stati editati “More” (23set69), la colonna sonora di Zabriskie Point (5mar70), “Atom heart mother” (ago70), “Ummagumma” (5feb71) ; dopo “Piper…” sarebbe seguito “A saucerful of secrets” (12mag71) e “Meddle” (26set71). La foto della copertina è del 1969, i Pink sono ritratti ai Kew Gardens di Londra; la formazione è di quell'anno, ma nelle musiche compare lo storico leader Syd Barrett, che nel frattempo aveva abbandonato il gruppo. Si ignorano i motivi del cambio di copertina; è probabile che ciò sia stato dovuto all'esigenza di presentare la band come era in quel momento; fatto sta che la copertina con i Kew Gardens compare solo ed esclusivamente nel nostro Paese, e ciò fa sì che questo disco sia considerato uno dei più rari in assoluto dei Pink Floyd.
FONTE: THE LUNATICS - “Pink Floyd – storie e segreti” – GIUNTI EDITORE – 2012.

mercoledì 31 agosto 2016

Beatles - "Flip your wig"


E' il 1964 e siamo in piena Beatlesmania. Fra gli innumerevoli gadegts dei Fab Four che si vendevano in quel periodo, viene edito questo gioco di società dalla storica casa Milton Bradley, fondata nel 1860 circa. Nella foto si vede il tabellone di questo insolito “Monopoli” dei Beatles. Le regole sono molto simili a quelle del normale Monopoli.

Orme - "Ad gloriam"

 https://www.youtube.com/watch?v=UVBfnEs7GI8&list=RDUVBfnEs7GI8




Primo lp delle Orme, rappresenta senz’altro una delle pietre miliari nell’ambito musicale italiano, in quanto segna il passaggio tra beat e progressive italiano.

Originariamente formatosi a Marghera (Venezia) inizialmente si chiamavano "Le Ombre", in omaggio agli inglesi Shadows, passione comune del gruppo, ma secondo la versione ufficiale, i quattro optarono invece per "Le Orme", per evitare ironici doppi sensi, in quanto "ombra" in lingua veneta significa anche "bicchiere di vino" (dal veneto n'ombra de vin, un bicchiere di vino). Inoltre all'epoca già esisteva in Veneto un gruppo emergente con quel nome.

Dopo essere stati scartati dalla EMI per un provino, le Orme approdano alla CAR JB del maestro Carlo Alberto Rossi, ed esordiscono con un singolo nel 1967, “Fiori e colori/Lacrime di sale”. Già da questo singolo è chiaro che non ci troviamo di fronte al solito gruppo che compone canzoni con la rima “cuore-amore”, ma a quello che in futuro diventerà uno dei gruppi del progressive italiano per antonomasia, ma è ancora presto.

Siamo a cavallo tra il 1967 e il 1968, in Italia il panorama musicale comincia ad essere piuttosto complesso, complice il discorso che da oltre confine, e principalmente dall’Inghilterra, sono giunti degli autentici capolavori come “Sgt.Pepper” dei Beatles, “Their satanic magic request” dei Rolling Stones ed altri ancora.

Da una parte siamo ancora nel pieno del fenomeno beat, ma dall’altra si comincia a sentire l’esigenza di traghettare la provinciale musica italiana verso una musica più colta, ed è per questo che soprattutto nel 1968 assistiamo ad una stagione abbastanza breve ma intensa dentro la quale abbiamo anche una “psichedelia italiana”, con validi esempi come il 45 di Chetro and co., oltre all’lp delle Stelle di Mario Schifano e “Senza orario, senza bandiera” dei New Trolls, primo concept-album italiano.

E’ in questo contesto di frenetico cambiamento e di nuova vena creativa musicale che le Orme nell’arco del 1968 pubblicano altri due singoli: “Senti l’estate che torna/Mita Mita” e ”Milano 1968/I miei sogni”, per approdare, infine, all’ lp qui presente. Anche qui un concept – album, dove musicalmente si spazia fra la melodia mediterranea e la musica sperimentale.

Nonostante l’estrema originalità del disco e il notevole spessore musicale, viene accolto molto tiepidamente dal pubblico, anche perché la CAR JB è troppo piccola e non è in grado di promuovere adeguatamente il “padellone”. Di conseguenza, dopo un’altra raccolta di vecchi singoli, “L’aurora”, le Orme approderanno alla Philips.

Infine, degna di nota è anche la copertina, realizzata dalla Grafiche Dotti di Cernobbio.



FONTI:

Ursus – Manifesto beat (1990) – Juke box all’idrogeno
Franco Brizi – “Volo magico” (2013) – Arcana edizioni
Wikipedia
 

Orme - "Ad gloriam"

Musica per i nostri occhi! Prosegue la collezione "Cuscini d'autore". In arrivo splendidi pezzi della nostra storia musicale e non solo. Da sistemare nell'ambiente più idoneo aggiungendo, anche così, musica alla nostra vita.

 https://www.youtube.com/watch?v=UVBfnEs7GI8&list=RDUVBfnEs7GI8














                                     



Primo lp delle Orme, rappresenta senz’altro una delle pietre miliari nell’ambito musicale italiano, in quanto segna il passaggio tra beat e progressive italiano.

Originariamente formatosi a Marghera (Venezia) inizialmente si chiamavano "Le Ombre", in omaggio agli inglesi Shadows, passione comune del gruppo, ma secondo la versione ufficiale, i quattro optarono invece per "Le Orme", per evitare ironici doppi sensi, in quanto "ombra" in lingua veneta significa anche "bicchiere di vino" (dal veneto n'ombra de vin, un bicchiere di vino). Inoltre all'epoca già esisteva in Veneto un gruppo emergente con quel nome.

Dopo essere stati scartati dalla EMI per un provino, le Orme approdano alla CAR JB del maestro Carlo Alberto Rossi, ed esordiscono con un singolo nel 1967, “Fiori e colori/Lacrime di sale”. Già da questo singolo è chiaro che non ci troviamo di fronte al solito gruppo che compone canzoni con la rima “cuore-amore”, ma a quello che in futuro diventerà uno dei gruppi del progressive italiano per antonomasia, ma è ancora presto.

Siamo a cavallo tra il 1967 e il 1968, in Italia il panorama musicale comincia ad essere piuttosto complesso, complice il discorso che da oltre confine, e principalmente dall’Inghilterra, sono giunti degli autentici capolavori come “Sgt.Pepper” dei Beatles, “Their satanic magic request” dei Rolling Stones ed altri ancora.

Da una parte siamo ancora nel pieno del fenomeno beat, ma dall’altra si comincia a sentire l’esigenza di traghettare la provinciale musica italiana verso una musica più colta, ed è per questo che soprattutto nel 1968 assistiamo ad una stagione abbastanza breve ma intensa dentro la quale abbiamo anche una “psichedelia italiana”, con validi esempi come il 45 di Chetro and co., oltre all’lp delle Stelle di Mario Schifano e “Senza orario, senza bandiera” dei New Trolls, primo concept-album italiano.

E’ in questo contesto di frenetico cambiamento e di nuova vena creativa musicale che le Orme nell’arco del 1968 pubblicano altri due singoli: “Senti l’estate che torna/Mita Mita” e ”Milano 1968/I miei sogni”, per approdare, infine, all’ lp qui presente. Anche qui un concept – album, dove musicalmente si spazia fra la melodia mediterranea e la musica sperimentale.

Nonostante l’estrema originalità del disco e il notevole spessore musicale, viene accolto molto tiepidamente dal pubblico, anche perché la CAR JB è troppo piccola e non è in grado di promuovere adeguatamente il “padellone”. Di conseguenza, dopo un’altra raccolta di vecchi singoli, “L’aurora”, le Orme approderanno alla Philips.
Infine, degna di nota è anche la copertina, realizzata dalla Grafiche Dotti di Cernobbio.

FONTI:
Ursus – Manifesto beat (1990) – Juke box all’idrogeno
Franco Brizi – “Volo magico” (2013) – Arcana edizioni
Wikipedia
 

domenica 10 luglio 2016

CUSCINI D'AUTORE

LUCA ISAJA PRESENTA  PER VINYL WEAR 19
LA COLLEZIONE "CUSCINI D'AUTORE"




Ho trasformato la mia passione per il collezionismo discografico in una splendida collezione che ha già la sua etichetta 




Presto avrete la possibilità di acquistarli e personalizzarli
RESTATE SINTONIZZATI SULLE ONDE DEL MIO BLOG


sabato 18 giugno 2016

sabato 30 aprile 2016

Vinyl Wear 19 "logo in progress"


"Tutto può cominciare da un gesto"





La nostra ispirazione è la musica 
La nostra linea di prodotti deriva dalla nostra passione per il collezionismo musicale.
 I nostri manufatti hanno come tema i vecchi loghi delle case discografiche, le vecchie copertine dei 33 e 45 giri e tutto quel materiale  inerente alla discografia e alla produzione musicale.